Lo
sdoppiamento del ditirambo, che darà vita alla prima forma di
dialogo, consente a Dionisio di diventare PERSONAGGIO.
Con il
Personaggio nasce la rappresentazione di una storia. “… Alla
Tragedia l’alto compito di celebrare…” “… Alla Commedia
l’arduo percorso demistificatore tra i meandri della
contemporaneità…”. Aristotele o Platone, e comunque l’Arte
Drammatica, sanciscono nel tempo la storia della società, nel
bene e nel male.
Il giovanile contatto con la scenografia ha
suscitato in me il desiderio di non incorniciare il Personaggio
con il boccascena, separandolo dal pubblico, bensì di farlo
diventare presentatore e, al tempo stesso, fruitore della
vicenda.
Credo che il ritratto sia la categoria pittorica
meno casuale: si esprime con segni molto complessi, non sempre
facili da decifrare; “…infatti si dice che un buon ritratto di
una persona sia anche il ritratto di una società.” Questa
affermazione del mio amico pittore Pasotti (“Il Reporter”,
n.2, Milano, 1976) mi trova perfettamente concorde. Ho sempre
creduto che ritrarre una persona voglia dire presentarla in modo
da farla riconoscere a chi è già nota, e soprattutto farla
riconoscere a se stessa intimamente ed in modo globale.
In
tutta la mia opera mi sono sempre proposto di rappresentare
determinati aspetti della nostra realtà sociale. Ho tralasciato
gli atteggiamenti gestuali della pittura contemporanea per
rivisitare alcuni elementi espressivi classici usati nel recente
passato, allargando così gli orizzonti della mia pittura
narrativa.
Giovanni
Cavazzon
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