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Giovanni
Cavazzon |
Le porta, i muri, con gli annessi numeri civici, racchiudono nell’abitazione una famiglia che deve avere la forza di ricominciare dopo una disgrazia (sono stati suggeriti al pittore dal terremoto del 1976) con la forza ed il lavoro. Allora l’opera di Cavazzon diventa un gioco ambiguo, ma senza ironia, nella ricerca degli estremi e delle spinte che oscillano tra evoluzione e involuzione, fine e rinascita, vita e morte con la prima che comunque trionfa sempre. L’artista si immedesima profondamente con la sua opera da essere quasi in trance durante l’atto di dipingere o di disegnare realizzando un vero binomio arte-vita, da dimenticare tutto ciò che lo circonda ed essa, alla fine, nel suo vitalismo è sempre dominata dai mezzi tecnici di Cavazzon.Domenico De Stefano, da: “Cavazzon: l’arte come vita” |
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Civico
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