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Giovanni Cavazzon |
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Giovanni Cavazzon Inchiostro e pennino Nell’affrontare l’espressione pittorica, i miei insegnanti mi hanno dimostrato quanto sia fondamentale l’importanza del disegno come operazione grafica, perché è da essa che scaturisce ogni possibilità di rappresentazione. Ho perciò scoperto che l’impianto costruttivo di una qualsiasi opera di pittura o scultura, figurativa o anche astratta che sia, non può reggere con solidità senza le imprescindibili basi gettate dalle complesse regole imposte dal disegno. Giovane pittore com’ero, ho provato una grande emozione nell’accorgermi di un fenomeno importantissimo: qualsiasi strumento venga usato per lasciare una traccia, esso diventa il prolungamento della mano; perciò la mano esegue il segno in modo diretto e sincero, non contaminato dal fare creativo. E se è vero che per mezzo della calligrafia di una persona se ne individuano le caratteristiche psicologiche e morali, è altrettanto vero che attraverso la lettura di un disegno si riconoscono le emozioni, le qualità ed i sentimenti espressi dall’autore. Per lungo tempo ho operato con la matita fino ad acquisirne ogni peculiarità; impadronitomi di una energica sicurezza nel segno, sono passato al più complesso uso del pennino. L’inchiostro non permette di cancellare ed obbliga ad una immediatezza di segno carico della rapidità d’esecuzione a tutto vantaggio della diretta comunicazione tra il pensiero e la realizzazione. |
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