Anna
Pascolo
e
calamaio
Inchiostro
e pennino. Pennino e inchiostro. Il pensiero corre ad altri tempi.
Probabile che i ragazzi non sappiano di che si tratti. Strumento
di tortura per piccoli scolari; macchie sul quaderno; dita
perennemente intrise di nero. E quella volta dell’inchiostro
blu? Che magia! Il calamaio. La bidella che, al mattino passa a
rabboccare.
Me lo ricordo bene, non sono poi passati molti
anni.
Esercizio di bella scrittura. Come impugnare lo
stiloforo; anche quello ha la sua importanza. “Bambini, la mano
delicata... ma non troppo!” Allora, pigi e le ali del pennino si
aprono e la tua bellissima A si trasforma in uno sgorbio.
Implacabile, arriva un brutto voto in calligrafia.
Poi
abbiamo iniziato ad usare la penna a sfera; un vero sollievo,
almeno per me.
Non
così per Giovanni Cavazzon, maestro del segno, padrone della
linea. Le sue opere ad inchiostro sono tutte da osservare, da
studiare da vicino per cogliere il movimento del pennino, la sua
varietà, la sapiente diluizione con cui egli modula ogni
tratto.
La soluzione tinta vive e vibra in simbiosi con
l’altro strumento, la carta. I fogli bianchi, più o meno porosi
o umidi, accolgono i colori e restituiscono morbidezze,
sensazioni, le dolcezze e i patimenti della nostra esistenza.
I
temi sono illimitati: porte e finestre serrate, talvolta in stato
di abbandono, alludono alla vita trascorsa dietro ad esse, quando
si aprivano, partecipi di ogni evento.
Delicate fioriture di
magnolie si alternano a rose appassite su onirici piani sospesi o
al dramma dei girasoli, questi ultimi colti nel momento in cui
muoiono e cedono il seme alla terra per dare ancora una volta
inizio alla vita.
I gelsi sono le silenti anime tormentate
che ben caratterizzano il territorio e che rimandano, per
contrasto, all’aspro lavoro dei campi ed alla preziosità del
fruscìo della seta. Fruscii e scrosci d’acqua alle chiuse del
Cormòr.
Il volo delle cicogne che sorprende nell’oasi dei
Quadris di Fagagna, ha sorpreso lo stesso Cavazzon che non ha
mancato di fermarne la maestosa eleganza. Né ha trascurato
l’eleganza del Castello di Gemona o di piazza Matteotti, a
Udine, mentre la Chiesa di San Giacomo è il fondale per lo
spettacolo della passeggiata domenicale sovrastata dalla Madonna
con il Figlio deposto che domina dall’angolo del Monte di Pietà;
Maria che accoglie e conforta. Misteriosa apparizione è il volto
dell’Angelo, dorata creatura celeste che segna il vento e le
vite degli udinesi.
Raffinato e ricercato ritrattista, anche
con l’inchiostro Cavazzon ci porge la dolce femminilità delle
sue modelle, dagli sguardi profondi e sognatori.
Questo
percorso si conclude (o inizia) con uno straordinario disegno di
donna, forse Musa ispiratrice, o forse tangibile rappresentazione
di un amore.
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