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Giovanni
Cavazzon |
Nascondendosi dietro la citazione colta, Giovanni Cavazzon può abbandonarsi al piacere di creare una donna nuda quale oggetto di desiderio. Una donna reale, di oggi, che si è spogliata per farsi ritrarre, per farsi ammirare, per suscitare il piacere voyaristico della nostra contemplazione. Ed è questo che più colpisce in questi due oli, di fatto due ritratti: il diverso atteggiamento psicologico di due donne vere di fronte all'occasione di mostrare il proprio corpo nudo. L'una (Manet) quasi si trattasse di un gioco malizioso, l'altra (Ingres) imbronciata e “signora” per vincere l'imbarazzo, per contrastare il giudizio di chi guarda. Giorgio Belledi, da: “Intorno a Venus”
Questo
superamento concettuale della figura classica della dea prelude,
in certo qual modo, all’ambientazione moderna del mito, al suo
inserimento nello spazio abitativo moderno. La bellezza prende
vita, così, all’interno di scatole lignee per imballaggi con,
alla base, polistirolo non assemblato. Marta Di Benedetto, da “Giovanni Cavazzon” |
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Colazione
sull’erba (omaggio a Manet) |