Giovanni Cavazzon
Intorno a Venus

Nascondendosi dietro la citazione colta, Giovanni Cavazzon può abbandonarsi al piacere di creare una donna nuda quale oggetto di desiderio. Una donna reale, di oggi, che si è spogliata per farsi ritrarre, per farsi ammirare, per suscitare il piacere voyaristico della nostra contemplazione. Ed è questo che più colpisce in questi due oli, di fatto due ritratti: il diverso atteggiamento psicologico di due donne vere di fronte all'occasione di mostrare il proprio corpo nudo. L'una (Manet) quasi si trattasse di un gioco malizioso, l'altra (Ingres) imbronciata e “signora” per vincere l'imbarazzo, per contrastare il giudizio di chi guarda.

Giorgio Belledi, da: “Intorno a Venus”


Questo superamento concettuale della figura classica della dea prelude, in certo qual modo, all’ambientazione moderna del mito, al suo inserimento nello spazio abitativo moderno. La bellezza prende vita, così, all’interno di scatole lignee per imballaggi con, alla base, polistirolo non assemblato.
Allusione ai trasferimenti delle opere d’arte da un museo all’altro, ma anche gioco sottile di ironia su una figura mitica, ricca di rimandi eruditi. Nascono da qui i continui omaggi ai capolavori del passato, quali la Bagnante di Ingres o il nudo di Manet del suo Déejeuner sur l’herbe.
Rimandi poco convenzionali se guardiamo alla Colazione sull’erba di Giovanni Cavazzon, dove il déejeuneur di Manet si riduce ad una mela ritagliata nel compensato ed affondata in uno strato di polistirolo.

Marta Di Benedetto, da “Giovanni Cavazzon”



Colazione sull’erba (omaggio a Manet)
olio su tela, cm.100x100 (1992) 


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