Giovanni Cavazzon
Ritratti

Le mani non mentono: dichiarano il loro tempo senza paura, anzi ostentano l’orgoglio di una instancabile operosità creativa.
E i pennelli, consunti, sono il prolungamento delle mani.
La tela è il suo lavoro appena finito, oppure forse
e più probabilmente – è ancora bianca e sta per raccontarci la prossima storia.
Fin qui il mestiere.
Nel volto, invece, quell’anima che, proprio come le sue stesse opere, non è in proporzione con l’età, perché alimentata dalla gioia della narrazione continua.
Perché Gina vuole essere felice, e per essere felice deve pitturare.

Anna Pascolo

Udine, settembre 2001




Sulla funzione semantica del particolare insiste il Ritratto della pittrice Gina Roma: sul foglio neutro il primo piano non finito del viso gioioso di creatività; sotto, secondo una correlazione non spaziale, ma logica, le mani intrecciate nel grembiale bianco di lavoro e in basso i pennelli infilati nel vaso di terracotta.

Licio Damiani, da: “Romanticismo, eros, spiritualità di Giovanni Cavazzon”, Edizioni d’Arte Ghelfi, Verona, 2007




Gina Roma
tecnica mista su carta, cm.200x100


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