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Giovanni
Cavazzon |
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Forse
ci può aiutare a saperne di più sulla donna il coglierne il
percorso biologico esistenziale che troviamo ne L’Estate
e
L’Inverno
di Venus,
due opere in tecnica mista, acrilico ed olio, raffiguranti il
primo un corpo nudo di una giovane nel suo massimo splendore
erotico-procreativo ed il secondo il corpo nudo di una vecchia,
ora proteso a divenire. Sono due grandi tavole dove il piacere del
dipingere dell’espressività pittorica prevale su ogni altra
considerazione. Il pittore s’abbandona al flusso delle emozioni,
il corpo della donna si fa natura, prende i colori della terra,
delle stagioni, si empie della breve felicità di ogni essere
vivente, ne coglie con commozione i segni ineluttabili della fine
del flusso della vita, che è destino comune all’uomo e alla
donna. Perché la donna è anche nostra sorella, madre, figlia,
vive con noi, dentro di noi, tutti facendo parte di uno stesso
cosmo, di una stessa corporeità che fluisce nel tempo. Venus,
dunque, è un corpo d’amare, che ci appartiene, come ne La
creazione di Venus. |
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Primavera |
Estate |
Autunno |
Inverno |
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C’è
uno sdoppiamento della personalità in cui è abbandonata la
tradizionale impostazione su un unico piano e viene messa in
contrapposizione la donna reale, animata, vigorosamente materica,
con il tepore del corpo pulsante dell’armonia fluida della
carne, e la donna diafana, statica, immota, irreale e sfuggente
come il sogno, immateriale, come foggiata in una rosea
nebbia. |