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Giovanni
Cavazzon, un artista sempre attuale e originale, dotato, tra
l'altro, di un profondo senso dell'osservazione, della ricerca,
dei dialogo nuovo.
da:
Messaggero Veneto, 22 gennaio 1978
Alla
nuova galleria del Teatro ha esposto Giovanni Cavazzon, pittore
attento alle ricerche attuali sull'immagine.
da:
Gazzetta di Parma, settembre 1985
Una
ricerca che coincide nel recupero di euritmie antiche e che,
nell'unità di tempo, luogo e azione (tema), ritrova l'armonia e
la bellezza d'una Venus arcana ed insieme attuale, capace di
trasfigurare positivamente la sfera delle passioni umane, proprio
per quella sua materia, per quel corpo vivo.
Caterina
Cavazzon, 4 dicembre 1992
Diplomatosi
in scenotecnica all'Accademia di Parma, svolge per alcuni anni
tale attività, successivamente orienta la sua ricerca nella
rappresentazione della figura umana, interesse maturatogli con la
conoscenza dei personaggi teatrali.
da:
Messaggero Veneto, 1 agosto 1995
Giovanni
Cavazzon, pittore della donna e sensibile ritrattista (...) che ha
stregato e si è fatto stregare da donne famose, dalla Borboni a
Dalila Di Lazzaro.
da:
Messaggero Veneto, Paola Beltrame, 29 agosto 1995
Nei
suoi disegni in particolare, Giovanni Cavazzon ha deliberatamente
accostato elementi realistici a impressioni personali, lasciando
la fantasia libera di vagare nel multiforme universo femminile.
Un'immagine di donna in cui traspare tutta la sua dimensione
esistenziale, il suo sentimento d'apparenza colta ma anche l'eco
che di lei ci hanno tramandato due millenni di arte
figurativa.
da:
La Voce di Mantova, Ugo Boni, 8 ottobre 1995
Alle
radici di questa ricerca tecnica dell'artista c'è la sua
giovanile attività di scenografo, e l'attenzione rigorosa ai
fenomeni luminosi, all'evanescenza o alla solarità della luce,
così da realizzare figure che non risultano mai semplici copie
dal vero, ma sembrano silenziosamente dissolversi come fantasmi:
alla fine in esse emerge sempre in primo piano l'espressività
dello sguardo che rivela lo scavo psicologico.
da:
Messaggero Veneto, Domenico De Stefano, "Dolci sfumature su
volti e campi", 1996
La
ricerca poetica di Giovanni Cavazzon è rivolta anche allo studio
dell'antichità classica, sempre cercando però una
contestualizzazione attuale, senza cadere nell'adozione di un
semplice modello da imitare nelle forme armoniosamente
proporzionate.
da:
ArtEst, novembre 1997
Il
disegno, reso con sottili e quasi impercettibili segni (tratteggi)
delinea perfette "veneri" arcane trasmutate da una
attualizzazione che riflette... al presente.
da:
arte@artesegno.it, Sabrina Zannier, marzo 2000
Sono
donne svestite, non spogliate. Non sono delle modelle, che si
spogliano consapevoli di essere guardate. Sono donne comuni, di
tutti i giorni, che si sono svestite. E i loro abiti sono lì
accanto, anche se non si vedono. Sono donne che desiderano essere
accarezzate.
Giorgio
Belledi, 2002
I
ritratti di Cavazzon sono uno diverso dall'altro. Non perché i
volti siano diversi: sarebbe facile. Sono diversi perché la
ricerca psicologica e sociale di ogni personaggio dà vita ad una
storia unica e irripetibile. Individuale. E individuabile nella
tecnica, nel supporto, nei colori. Tanto che questi ritratti non
sono soltanto “ritratti”, ma sono dei “quadri” perché
superano l'ingabbiatura della rappresentazione del
soggetto.
Giulio
Belluz, 2003
(la
mostra Ri/tratti è) splendida, raffinata, particolare,
personalissima.
Gina
Roma, 2003
La
bellezza e l’amore. Ha antiche origini “Venere” ed è la Dea
della bellezza e dell’amore. E’ l’amore espresso nella forma
fisica, nel desiderio; il piacere dei sensi prima di assumere la
completezza dell’unità animica. Si allieta donando il desiderio
agli uomini che non le oppongono resistenza. Fin dalla sua
comparsa è stato un punto forte per gli stimoli creativi di molti
pittori e scultori, poeti e musici. Una tematica celebrata in
innumerevoli varianti, con soluzioni estetiche di altissimo
valore.
L’amico Giovanni Cavazzon ha un doppio merito in
questa mostra. Primo: nel sostenere ottimamente il confronto
estetico/narrativo con artisti del passato di gran calibro. Il
secondo aspetto molto importante è quello del risultato: Giovanni
Cavazzon ha scavato dentro se stesso in profondità: “trovando”
e portando fuori nuovi ed originali modi di rappresentazione, i
quali non sarebbero tali senza un apporto tecnico che non concede
compromessi. Ha la capacità di rendere l'effetto finale
“compiuto” con pochi e sapienti segni fino a una stesura del
colore complessa di particolari perfetta nel suo insieme. Aggiungo
“rarissimo” di questi tempi.
Le sue “Veneri”, oltre
all’aspetto conosciuto trasmettono sensazioni innovative dettate
dal cogliere l’evoluzione della figura femminile nel rapporto
con la quotidianità ed il tempo in cui viviamo. Hanno il pregio
di isolare il tempo rendendolo ieratico, esternano un senso
plastico da quarta dimensione, dove sfumano in immagini di misteri
svelati. “Svelano” la memoria nella rinascita delle sensazioni
dell’esistere. Sono anche, a ben guardare, fiori di immensa
bellezza, donne e madri che specchiano nei loro occhi il loro
destino; consapevoli di un ruolo inevitabile.
Arrigo
Buttazzoni (2003)
Nei
dipinti di Giovanni Cavazzon l'universo femminile fa da teatro e
ispira l'atto intitivo-conoscitivo dell'artista. Assistiamo così,
in tali opere classicheggianti, al racconto mitico e metaforico
della vita secondo i suoi - sempre presenti - paradossi ed
enigmi.
Fedele
Boffoli (2005)
Punta
fine e precisa, ma allo stesso tempo intensa ed emozionale, quasi
romantica.
Siro
Perin (2005)
Veneto
di origine, ma cittadino del mondo per profondità e conoscenza
dei sentimenti umani, con la sua pennellata lieve e forte di
emozioni esprime le indiscusse doti artistiche e la profonda
sensibilità del Maestro.
Mario
Rigamonti (2005)
La
ricerca di Giovanni Cavazzon risalta con particolare espressività
nella ritrattistica ove l’artista rinnova la tradizione plastica
e formale dell’arte italiana con moderna sensibilità
psicologica. Nei suoi ritratti si avverte l’eleganza raffinata
del disegno, la presenza di una luce diafana, cristallina, che
pone in delicato risalto i volumi ed i piani. Evidentemente
Cavazzon opta per una strada alternativa a quella consueta della
deformazione e dell’espressività turbolenta per riscoprire con
meditata attenzione e con qualche nota di poetico stupore il
linguaggio classico e, per certi versi, intramontabile della
tradizione artistica veneta e rinascimentale.
Teodosio
Martucci ("Illustri
e sconosciuti in castello", Libreria del Castello Sforzesco,
Milano, 21 luglio - 1 settembre 2007)
In uno
spettacolare allestimento, grandi pagine aeree mostrano i volti di
persone note quali gli attori Paola Borboni, Dalila Di Lazzaro e
Gastone Moschin, l’imprenditrice Giannola Nonino, i pittori
Giorgio Celiberti e Gina Roma; accanto ed insieme a loro ritratti
di famiglie, di bambini, di nonni estranei ai più, ma che tutti
avremmo voluto conoscere.
Racconti sospesi, calati dall’alto
soffitto del Castello.
Più in basso, nelle nostre mani, i
libri che ci raccontano di Leonardo e Michelangelo.
Strana
magia.
Mauro
Cremon, Direttore della Libreria del Castello Sforzesco
…
(Tomadini)
è poi passato nei tardi anni Ottanta allo studio della tecnica
pittorica frequentando nel tempo libero ritagliato dal suo lavoro
i corsi di disegno e figura del maestro Giovanni Cavazzon, una
autorità nel campo del ritratto e del genere
figurativo.
Gabriella
Bucco (dall'articolo
"Un gallo diventa re delle rovine – a Passons la mostra di
Daniele Tomadini", pubblicato sul periodico "Amici dei
Musei" (ott.2008)
Riconosco molto pregevoli le sue
invenzioni, eseguite con vera perizia pittorica.
Renzo
Margonari (2010)
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