Giovanni Cavazzon
Sorelle mie - P.P.S Editrice – Parma, 1995

CLEOPATRA

Subito si disbrigò
dalle sue dita appena morte
né oltre lo guardò
e all’aperto
le insensibili caviglie trascicando
venne a rifiatare

Ma escandescenza
è la luce egiziana
il pomeriggio
Negli occhi da ore in lacrime
come la sabbia inocula spine

Così rientrò

Charmion ancora stava inoperosa
seduta a terra e scalza
Iras nell’ombra piccola e oscura
dietro i tendami scosti
Tutte le torce spente
Velami sul cadavere




CLEOPATRA FILOPATORE (70 a.C. - 30 a.C.) – Ultima regina d’Egitto. Salita al trono all’età di diciassette, diciotto anni, volse la propria vita all’appagamento di due forti passioni: il potere e la sensualità. Per la sua eccezionale capacità di seduzione, esercitata proprio su Giulio Cesare e Marco Antonio, per l’atto con il quale conclude la sua esistenza, diventa simbolo leggendario. Nel dualismo Oriente-Occidente, Femmina-Maschio, Seduzione-Violenza, Passione-Ragione, Cleopatra ha ben rappresentato un polo del nostro sentire. Il suo epilogo tragico, in ogni caso, svela un sintomo diverso di femminilità: quello psicologico legato all’angoscia insostenibile della perdita.
Giorgio Belledi


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