GIULIA
A
Ventotene
l’esilio di Giulia
A quella “…bella e
dissoluta…”
tanto si sentenziò
Là le
fragranze
di zuccherine nivee olioverzure,
salsedinosi
scrosci,
atrabili venti
d’un senilire languido
lungo
gli annoiamenti
Là una concitazione
lepida e
furibonda
e l’angoscia con gli anni
allo stadio di
dogma
Tramontarono sabbie dove il sole
s’incunea
nei sepolcri
e furono le notti
stranite di sicari,
àtave
di questa… Così scipitamente
‘ndràngheta
|
|
|
GIULIA
(39 a.C. - 14 d.C) –
Figlia
dell’imperatore Augusto, divenne sposa a quattordici anni del
cugino Marcello, designato alla successione dell’impero romano.
Giulia restò vedova dopo due anni e per le stesse motivazioni
politiche dovette sposare Agrippa. A ventisette anni, dopo varie
gravidanze, rimase di nuovo vedova e stavolta dovette sposare
Tiberio che a malincuore aveva dovuto separarsi dall’amata
moglie Vespasiana. Tiberio, in Giulia trovò un temperamento
impossibile: per sensualità, smania di godimenti, di potenza e
smisurato orgoglio. La vita libertina condotta da Giulia fu motivo
di scandalo a Roma. Tiberio divorziò e Augusto fu costretto a
confinare la figlia su un’isola deserta, l’odierna Ventotene,
utilizzata molti secoli dopo per uno scopo simile. Alla morte del
padre, privata dei suoi assegni dall’ex-marito Tiberio, morì
dopo poche settimane. Giorgio
Belledi
|